lunedì 7 marzo 2011

PER CARNEVALE....


ogni scherzo vale!
Già, la filastrocca dice proprio così, ma per me , quella volta,
non si era affatto trattato di uno scherzo ...anzi!
Ma per poter comprendere anche voi, bisogna fare un bel passo indietro nel tempo,
quando la vita mi vede ancora una bambina di 7 anni.
Avevamo un appuntamento quel giorno io e lei,
anzi lei, oltre che con me, ne aveva un ben più serio e alla quale, ahimè,
era già stato stabilito che non dovesse mancare.
Magari avesse mancato quello presentandosi al nostro, ma io, già così piccina
stavo per scoprire che parecchi appuntamenti nella vita rimangono
mancati, incompiuti e mai più concordati.
Sapevo che nonna stesse molto male, non chiedevo, non lo facevo perché non dovevo,
su questo argomento c'era il riserbo assoluto
"i bambini non dovevano sapere"
sentivamo bisbigliare agli adulti dai piccoli spiragli delle porte rimaste socchiuse,
però osservavo e non mi sfuggivano i suoi affanni, i suoi sospiri i suoi abbattimenti
e qull'impercettibile malinconia nelle promesse a lei strappate, che probabilmente,
sapeva già di non aver il tempo di mantenere.
Ogni suo abbraccio era diventato più forte, avvolgente, quasi prepotente,
quasi nel tentativo di voler fondere me e lei in maniera indissolubile, indivisibile
sempre contro quel tempo che ormai per lei aveva invertito il giro delle lancette.
Eppure io una promessa ancora ero riuscita a strappargliela...
la mattina prima mi aveva promesso che per questo Carnevale
avremmo preparato insieme una torta allegra, colorata, quasi mascherata...
ma dopo quella promessa lei è scomparsa, se ne è andata
senza che quella torta fosse mai stata preparata.
Ricordo che quella mattina mi ero alzata con una tale euforia,
che percorrevo il freddo corridoio in marmo, quasi sorvolando piuttosto che camminando, consapevole che a metà giornata l'avrei incontrata, abbracciata
e che lei,dopo avermi delicatamente scostata,
mi avrebbe ammirata, avrebbe contemplato la sua bambina vestita da "Colombina".
Ma quando io, "Colombina", profumata e truccata, ero pronta per recarmi alla festa,
ecco gli occhi di mio padre che mi sfuggono e la sua voce spenta e pacata, quasi sussurrata
che mi informa che la visita a nonna non si potrà più fare,
che si dovrà rinviare, che dovrò aspettare.
Per l'intero pomeriggio rimango delusa, ferita, quasi inebetita,
mi svesto e ripongo con delicatezza quegli abiti a festa
dentro la loro scatola per metà incellofanata ,
allora ben conservata e mai più ripresa.
Il cielo quel pomeriggio era color cobalto con sbuffi di nuvole bianche...
sembravano zucchero filato,
da bambina amavo osservare i movimenti delle nuvole, i loro disegni, le figure che creavano,
e quella volta vi avevo visto un angelo che spiccava il volo lontano, oltre il cielo;
nel mostrare tale fantasia a mia madre poco distante da me , mi accorsi che lei,
ormai incapace di trattenersi scoppiava in un doloroso ed accorato pianto
ed in quel momento io avevo capito chi fosse quell'angelo disegnato nel cielo.
Dopo di allora per molto tempo ho considerato il Carnevale la festa più triste dell'anno,
poi, diventando adulta e mamma,
con i miei bimbi ho dovuto reagire,
per Carnevale anche loro si volevano divertire,
e allora qualcosa è dovuto a cambiare ,
come si dice "lo spettacolo deve continuare"
e oggi per la prima volta, quella famosa torta l'ho voluta preparare.
"TORTA ARLECCHINO"

L' ispirazione di questa torta mi è stata data dalla ricetta pubbilcata in questo simpatico blog dove potrete anche osservare le fasi e le modalità del procedimento.
Per quanto riguarda gli ingredienti io li ho così modificati con ottimi risultati
6uova
400 g. zucchero
400 g. farina
1 vasetto di yogurt alla frutta (del frutto che più gradite)
100 ml olio di semi
50 g. acqua
1 bustina di lievito
coloranti alimentari gel
1 bustina vanillina.
Copertura in crema di nutella bianca e decorazioni in pasta di zucchero.
Credo che nonna Cettina, tra le donne della mia vita vita,
sia stata quella che più mi ha amata,
ancora oggi soffro per quanto presto se ne sia andata ,
ancora oggi non riesco più a giocare con le nuvole.

Con questo post partecipo (per un pelo) all'allegro contest di "spadelliamo insieme?"


e ancora una volta a quello di Sandramilù, perchè ancora una volta ho cucinato con il cuore.

giovedì 3 marzo 2011

IL TEMPO DELLE MELE




Già dall'inizio della settimana, e mi riferisco a una settimana dei mitici anni '80,avevo lasciato intendere di non aver proprio voglia di partecipare a quella festa, che poi festa di chi?...l'amica dell'amico dell'amica, che fino ad allora per me era una perfetta sconosciuta e probabilmente dopo questa festa non avrei cambiato tale cosa in maniera rilevante. Ma lei era sempre lì a insistere e blaterare e a cercare di convincermi che ci dovevo proprio andare non potevo mancare, era la mia grande occasione per poterlo rivedere ;


uffa, sembrava un disco rotto, anche se a forza di ascoltarla ero io che mi stavo rompendo e non il disco;ad ogni modo, alla fine cedo, più per sfinimento che per convincimento e così, alla vigilia del Sabato, figuriamoci se una festa potesse festeggiarsi in un giorno diverso da questo,eccola lì, sempre lei, l'amica fidata, inchiodata al campanello della porta di casa miapronta a concedermi giusto il tempo di aprireper catapultarsi dentro il mio armadio alla ricerca del look ideale,che io e non lei avrei dovuto (secondo lei), agghindata in quel modo lo avrei fatto "crollare".


Figuriamoci...vestita,o meglio, travestita in quella maniera sembravo più pronta per andare su un marciapiede che ad una festa!

Così il Sabato arriva, sono pronta a seguirla anche se non indosso ciò che lei avrebbe voluto che io indossassi,vedendomi mi guarda con un espressione contrariata per poi dirmi "ma si, va bene lo stesso, tanto tu con qualsiasi straccetto addosso sei sempre uno schianto", mi soffermo a pensare se devo prenderlo come un complimento o un infelice apprezzamento considerato che abbia definito gli indumenti che indosso "straccetti";


così accovacciate entrambe sul sellino del suo "Ciao" bordeaux rigorosamente ad accensione a pedale (e quindi metà tragitto già te lo fai io correndo lei pedalando)ci avviamo per raggiungere quello che sarà il luogo della festa;


capisco di essere arrivata quando già per il cortiletto del condominio mi giunge il chiasso del chiaccheriglio e il caos assordante della discomusic a tutto volume; una simpatica ragazza ci viene incontro e come se ci conoscessimo da sempre mi attira a sé stampando sulla mia guancia un rumoroso bacio ben condito di sudore misto a cipria, rossetto e qunt'altro si sia messa sul viso nel tentativo di apparire meno bimba e più donna (tentativo fallito).



Ho già individuato la mia location, una magnifica ed accogliente poltrona,ma non solo,ho anche individuato lui, ero certa che anche lui sarebbe stato là, lo speravo e lo temevo , eppure fingo con abile maestria di non averci fatto caso, o meglio di essermene accorta rimanendo del tutto disinvolta;ma proprio quando pensavo di essere riuscita a recitare la parte dell'indifferente alla presenza di chi da tempo orbitava nella mia mente e nel mio cuore, ecco che arrivano

quelle note




la colonna sonora di un romanticissimo film d'allora,a darmi un pugno nello stomaco , a farmi venire quel fastidioso nodo in gola che non riusciva ancora ad andar giù


...in quegli anni, e chissà quanti di voi lo ricordano e in questo istante sono tornati ragazzi insieme a me ,nessuna canzone come questa riusciva ad essere più complice nel cingersi in un interminabile abbraccio e nessuna canzone riusciva ad essere più struggente se quell'abbraccio non c'era


...ed anche per quella volta
"Il tempo delle mele"aveva fatto da colonna sonora alla mia delusione e alla mia disperazione.
Così poi la sera, nel buio della tua stanza ti ritrovi ad ingoiare lacrime amare ed ascoltare ancora quella canzone che ti fa tanto soffrire e piangi perché pensi che quella sofferenza non debba mai finire.

Altre feste poi sono arrivate con canzoni altrettanto smielate e lenti da rifiutare o da ballare eppure io il "tempo delle mele" non l'ho dimenticato e quel lento, vi sembrerà strano, non l'ho mai ballato.

"PLUMCAKE ALLE MELE CON YOGURT E OLIO EVO"

Ingredienti

2 uova
200 g di zucchero semolato
125 g di yogurt
1 dl di olio evo
350 g di farina 00
1 bustina di lievito per dolci
1 limone non trattato
5 mele Pink Lady
zucchero in granella q.b.
sale
burro e farina per lo stampo
Preparazione
Iniziate sbucciando le mele tagliondole a tocchetti che irrorerete con succo di limone;
Sbattete a mano in una ciotola le uova con lo zucchero fino ad avere un composto chiaro e spumoso, unite lo yogurt e l'olio, aggingete 300 g di farina setacciata con il lievito, la scorza grattugiata del limone e un pizzico di sale mescolando con cura.Asciugate i tocchetti di mela e poi infarinateli leggermente con i 50 g di farina rimasta e uniteli all'impasto.

Versate il tutto nello stampo da plumcake imburrato e infarinato (o come ho fatto io, rivestito con carta da forno) e cospargete la superficie con la granella di zucchero.

Cuocete in forno già caldo a 180°C per 45 minuti.

Mentre il mio soggiorno viene avvolto da un delizioso profumo di mele ,mi volto e vedo mio marito accomodato di spalle sul nostra divano assorto nel seguire alla TV il suo programma preferito, un pensiero mi folgora, corro nello scantinato...ero certa che ci fosse, ecco l'ho trovato, mi munisco di lettore e cuffiette, salgo i gradini due alla volta, e con l'eccitazione di un adolescente premo il pulsante "play" ecco, così , le note cominciano a suonare, lui si gira , mi guarda, comincia a capire, mi cinge in un meraviglioso abbraccio mentre insieme stiamo ballando il più bel lento dei nostri anni, oggi come allora è il nostro "tempo delle mele"


Con questo post partecipo allo stuzzicante contest di Natalia di "Fusillialtegamino"







e ancora una volta a quello super romantico di Sandramilù